L’acquisto della prima casa è un passo importante che simbolicamente rappresenta l’inizio di una nuova vita. Molte persone sono però esitanti soprattutto perché si tratta di un investimento oneroso, al quale sono collegati tributi e tasse che fanno inevitabilmente lievitare il prezzo finale.
Quali sono le tasse da pagare per chi acquista la prima casa? Nei seguenti paragrafi diamo una risposta esaustiva e completa a questa domanda, tenendo presente che le tasse variano a seconda della denominazione dell’abitazione. Altro aspetto che affronteremo è quello legato alle agevolazioni fiscali, spesso ignorate perché sconosciute dagli acquirenti.
Come accedere ai bonus fiscali?
Sono disponibili diversi bonus fiscali per risparmiare, ma bisogna essere in possesso di determinati requisiti per usufruirne. Innanzitutto è necessario avere la residenza nello stesso Comune dove è ubicata la casa da acquistare. Se questa condizione non è soddisfatta al momento del rogito, è possibile sottoscrivere una dichiarazione da allegare all’atto notarile per mettersi in regola entro 18 mesi.
La prima casa deve inoltre rientrare in una delle seguenti categorie catastali: A/2 (abitazione di tipo civile); A/3 (abitazione di tipo economico); A/4 (abitazione di tipo popolare); A/5 (abitazione di tipo ultra popolare); A/6 (abitazione di tipo rurale); A/7 (abitazione in villino); A/11 (abitazione e alloggio tipico del luogo). Il bonus non è invece richiedibile per quelle case che rientrano nelle seguenti categorie: A/1 (abitazione di tipo signorile); A/8 (abitazione in villa); A/9 (castelli e palazzi di grande pregio storico ed artistico).
Quali sono le tasse da pagare sull’acquisto della prima casa?
In base alla tipologia di acquisto, le spese da onorare sono: IVA, imposta di registro, imposta ipotecaria, imposta catastale, imposta di bollo e tassa ipotecaria. Molto è cambiato dal 2014 a livello fiscale con l’introduzione del decreto legislativo n. 23/2001.
Gli importi da pagare possono variare a seconda che la casa sia stata acquistata da un privato oppure da un’impresa. Nel primo caso bisogna versare un’imposta di registro del 2% e non più del 9% sul valore catastale dell’immobile. Bisogna inoltre versare rispettivamente 50 euro per le imposte ipotecarie e per quelle catastali. Nel secondo caso l’IVA, calcolata sul prezzo della cessione, equivale al 4% anziché al 10%. Bisogna inoltre pagare 200 euro rispettivamente per le imposte di registro, catastali e ipotecarie per un totale di 600 euro.
Come calcolare il valore catastale?
Per avere un valore su cui applicare l’imposta di registro, bisogna considerare la rendita catastale della nuova casa che va rivalutata del 5% e moltiplicata per uno specifico coefficiente. Per la prima casa il coefficiente è pari a 110 a cui vanno aggiunte le relative pertinenze (box auto, garage, spazi esterni ecc.).
Quali sono le spese di intermediazione immobiliare e notarili?
Se la trattativa è stata condotta tramite un’intermediazione immobiliare, le spese relative alla provvigione da versare all’agente immobiliare sono detraibili al 19% fino ad un massimo di 1.000 euro. Questa detrazione è a totale carico dell’acquirente.
Anche le spese notarili sono a carico dell’acquirente, ma in questo caso il prezzo viene stabilito dal notaio. Indipendentemente dall’aspetto economico, è opportuno rivolgersi ad un professionista serio e di fiducia.