La BCE, Banca Centrale Europea, nella riunione del 30 ottobre, ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento. Il tasso sui depositi resta al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%.
Secondo la nota ufficiale, l’inflazione nell’area euro rimane prossima all’obiettivo del 2% a medio termine e le prospettive economiche risultano complessivamente stabili, sebbene permangano incertezze legate alle tensioni geopolitiche e commerciali globali. Il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito la volontà di adottare un approccio “guidato dai dati”, valutando di volta in volta le future mosse di politica monetaria in base all’andamento dell’inflazione e dell’economia reale.
Tassi BCE e mutui: il commento di idealista/mutui
Fabio Femiani, responsabile mutui di idealista.it, sottolinea come l’istituto centrale adotti un atteggiamento di prudenza: «La BCE prosegue nella linea dell’attesa, di fronte a una crescita debole ma stabile e a un’inflazione sotto controllo».
Sul mercato dei mutui, Femiani evidenzia che i tassi restano relativamente contenuti rispetto ai picchi registrati nel 2023 e nel primo semestre 2024. Oggi, un mutuo a tasso fisso per l’acquisto di un immobile ad alta efficienza energetica può scendere sotto il 3%, mentre il variabile si colloca mediamente intorno al 2,5%.
«Si tratta di un contesto favorevole per chi intende acquistare casa o rinegoziare il proprio mutuo – aggiunge Femiani –. Se la BCE dovesse procedere a un nuovo taglio nel corso del 2026, potremmo assistere a un progressivo rilancio della domanda e a un rinnovato interesse per i tassi variabili».
Le reazioni e le prospettive
Meno ottimista la lettura del Codacons, secondo cui il mancato taglio rappresenta una notizia negativa per le famiglie con mutuo a tasso variabile, in un momento in cui i tassi effettivi applicati dagli istituti di credito stanno registrando lievi rialzi.
Dal punto di vista macroeconomico, però, alcuni analisti come Irene Lauro, economista di Schroders, interpretano la decisione della BCE come un segnale di fiducia: «La crescita dell’Eurozona mostra timidi segnali di ripresa e il mantenimento dei tassi riflette la convinzione che la politica monetaria stia producendo i suoi effetti. Se l’inflazione dovesse rallentare più del previsto, non è escluso un taglio anticipato, ma al momento la stabilità appare la scelta più appropriata».
Prossime decisioni della BCE
La prossima riunione della BCE, durante la quale potranno essere valutate eventuali modifiche ai tassi, è prevista per il 18 dicembre 2025.